[veˈnɛsja]
Visitare la città dei canali in versione glamour.
Un tuffo in laguna, in quella città che è palcoscenico – ogni giorno – di storie e magia.
La mattina presto, intorno alle sette, se si ha la possibilità di alloggiare in isola, passeggiare è meraviglioso. Non mi riferisco solo alla città semi deserta (e al fatto che i nostri occhi possano godersi ogni veduta senza turisti accalcati). Mi riferisco al tulle e alle macchine fotografiche.
Ogni angolo della città è potenzialmente lo sfondo perfetto. Ci sono modelle, con ai piedi scarpe ginniche e indosso abiti super voluminosi che, a passo spedito, seguono una equipe in cerca dello scorcio perfetto per lo scatto perfetto. La luce, nelle mattine di sole d’aprile, è meravigliosa. Specialmente dopo una giornata ventosa che ha “pulito i filtri” del cielo.
Io, ovviamente, ho sognato di indossare uno di quegli abiti. Neanche a dirlo…
Ma facciamo un passo indietro.
TRE GIORNI TRA BACARI – STORIA – LEGGENDE e SCORCI DA NON PERDERE.
Ho visitato Venezia con una cara amica e sua sorella che vive a Mestre. Avevamo diversi eventi da festeggiare (compleanni, matrimoni e liberazioni…).
Arrivate a Mestre abbiamo lasciato la nostra auto e ci siamo dirette a Piazzale Roma (c’è un comodissimo tram, ma noi siamo state gentilmente accompagnate in auto). Da piazzale Roma abbiamo acquistato il nostro abbonamento di 48h al vaporetto e ci siamo subito imbarcate con il n. 2 (va bene anche il 2 barrato) per raggiungere velocemente Rialto, zona della residenza storica che ci ha ospitate: Residenza Bistrot de Venise (clicca qui per scoprirla).
Una residenza in pieno stile veneziano, affacciata sul canale pittoresco che funge da via per le gondole che, con a bordo i turisti, andranno ad ammirare il ponte di Rialto. Un dettaglio particolare? Lo specchio antico a soffitto sopra ai nostri letti. Instagrammabilissimo!
Posate le valigie (no, non viaggio leggera), ci siamo tuffate nella città. Prima meta: un rapido giro in Piazza San Marco per godere della luce del tramonto. Di tante foto che potevo fare a questa piazza, mi sono soffermata su un pittore straniero che, con la luce negli occhi, stava cercando di riprodurre quello scorcio che ci invidiano in tutto il mondo.
E qui mi è stato subito spiegato che l’unica ad essere chiamata “piazza” a Venezia è San Marco. Tutte le altre che noi chiameremmo piazze o piazzette sono chiamate “campo”. Per non sbagliare ho registrato questa info.
Siamo poi ripassate da Rialto per una foto di rito, si è fatta l’ora di un aperitivo e qui abbiamo seguito la routine dei locals: il BACARO TOUR, un tour dei bacari. Il bacaro è un’osteria dove si può bere “un’ombra” di vino o il tipico spritz accompagnati dai “cicchetti” (stuzzichini). Anche qui due regole fondamentali:
- è usanza offrire un turno a testa;
- il veneziano lo spritz non lo beve con Aperol o Campari, ma con il SELECT – di cui mi sono procurata una bottiglia da portare a casa, perchè è strepitoso (clicca qui per scoprirlo). Si può ordinare dicendo semplicemente: “Un Select per cortesia” perchè anche omettendo la parola spritz, il barman capirà perfettamente.
Noi ci siamo limitate a due Bacari (e quindi a due Select), per poi passare ad un locale molto di tendenza dove ho bevuto uno dei Gin Tonic più buoni e glamour degli ultimi tempi: l’assaggio del Gin per capire se era di mio gusto, prima di preparami il cocktail, è stato davvero un tocco che ho apprezzato.
Ecco gli indirizzi dei locali:
BACARO 1: Bacaro Enoteca Al Volto (clicca qui per scoprirlo);
BACARO 2: Osteria Al Sacro e Profano (clicca qui per scoprirlo);
LOCALE DI TENDENZA: Il Mercante (clicca qui per scoprirlo).
Questo girovagare ci ha permesso di vedere bene una splendida Venezia by night.
Il giorno seguente, il sabato, abbiamo deciso di concederci un brunch da Fluffy Brunch (clicca qui per scoprirlo) prima di un insolito tour alla scoperta di una Venezia meno turistica. Un altro posto dove la colazione è strepitosa è Rosa Salva (clicca qui per scoprirla).
Il top brunch di Fluffy è l’avocado toast, decisamente glamour e super consigliato.
Dicevo…della Venezia meno turistica. Ci siamo fatte guidare da un libro: Corto Sconto, la guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta (clicca qui per scoprirlo).
Una mappa segreta per scoprire uno dei più suggestivo tesori dell’Umanità.
Sette percorsi attraverso altrettante “porte” (porta dell’Avventura, del Mare, d’Oriente, dell’Oro, dell’Amore, del Colore e del Viaggio) alla scoperta di calli, campi e corti che hanno visto passare banditi e guerrieri, esploratori e poeti, artisti e avventurieri, uomini e donne che hanno fatto la storia millenaria della città sull’acqua.
Oltre ai meravigliosi disegni di Hugo Pratt, è il viaggio a condurci da una pagina all’altra. Con la raccomandazione sempre presente di un proverbio di un anonimo veneziano: “Viagiar descanta, ma chi parte mona, torna mona” (l’ho usata come caption in un mio post durante il soggiorno a Venezia: ironica e disincantata al punto giusto).
Noi abbiamo scelto la porta dell’Acqua, un percorso verso Venezia Castello, Isola di San Pietro, l’arsenale e il museo navale, passando per calli e campi di luoghi abitati dai veneziani (è una zona molto residenziale e tratti sorprendentemente molto verde). Ci siamo perse tra scorci pittoreschi, panni stesi al sole e il loro profumo.
Completato quasi tutto il percorso della porta da noi scelta ci siamo imbarcate sul vaporetto diretto all’isola di Burano, una delle principali della laguna di Venezia: è un piccolo mondo pervaso da romanticismo d’altri tempi e colorato di tinte sgargianti. Merita una bella passeggiata per il centro, ideale per acquistare abiti lunghi di lino, pizzo e quadretti dipinti da artisti del luogo…oltre agli Essi: i tipici biscotti di Burano. Deliziosi.
Di ritorno a San Marco abbiamo fatto rientro alla nostra residenza – per un aperitivo in camera – e ci siamo preparate per la cena a Le Bistrot de Venise (clicca qui per scoprirlo): un percorso di ricerca sulle origini della cucina veneziano-veneta e sui vini rari che, dal 1993, consolidano il concetto di cultura applicata all’eno-gastronomia. Un’esperienza davvero degna di nota, soprattutto per la professionalità e l’eleganza di gusto del sommelier e per la carta dei dolci strepitosi e ricchi di ricerca a cura della pastry chef Alessia Zarù – @a_salty_caramel_story – se volete seguirla su IG.
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Dopo aver chiuso i bagagli e lasciato la nostra residenza ci siamo recate al Fondaco dei Tedeschi: un palazzo di Venezia, situato nel sestiere di San Marco e affacciato sul Canal Grande, in posizione adiacente al Ponte di Rialto. Un tempo era il luogo dove si riscuotevano i diritti di entrata e anche il magazzino annesso alla dogana, dove i mercanti depositavano e contrattavano le loro merci. Oggi è un elegantissimo centro commerciale con i top brand mondiali e con un roof top che consente una vista esclusiva e assolutamente affascinante di tutta Venezia dall’alto. (Occorre prenotare con largo anticipo – clicca qui per scoprire come).
Come ultima tappa ci siamo dirette alla Punta della Dogana o Punta della Salute o Punta da Màr: una zona di Venezia (sottile e a punta triangolare) di divisione tra il Canal Grande e il Canale della Giudecca, prospiciente il Bacino San Marco. Da qui la vista è impagabile.
Siamo passate per l’Accademia con il suo ponte.
E ci siamo riempite gli occhi degli ultimi scorci di questa incantevole città.
Ci sarebbero tante storie da raccontare di questa città, come il perchè il ponte delle Tette si chiama proprio così, piuttosto di come è nato il modo di dire “carampana”…ma ci sarebbe bisogno di un post speciale e dedicato, lavorato a quattro mani con qualcuno del posto.
Buona Venezia a tutti quelli che si lasceranno ispirare da questo racconto per costruirsene uno proprio lì, nella città sull’acqua.