DELUXE

LV| Un brand leggendario

Una “L” e una “V” intrecciate ricoprono borse, valigie e bauli in tutto il mondo, ma cosa c’è dietro a questo brand leggendario?

La Storia

Nel 1837 un ragazzo di sedici anni, Louis Vuitton, raggiunse il centro di Parigi per iniziare a lavorare come apprendista. I mezzi di trasporto del tempo erano navi, treni e carrozze dove i bagagli venivano maneggiati con scarsa attenzione (nel 2018 è cambiato qualcosa?), quindi si faceva riferimento ad artigiani per farsi confezionare bauli su misura, soprattutto resistenti. Ben presto l’operoso artigiano di umili origini Louis decise di trasferirsi lontano dalla caotica e poco pulita Parigi, per stabilirsi nel sobborgo popolare parigino di Asnières-sur-Seine. Qui col tempo fece costruire la semplice casa di campagna immersa nel verde, con annesso laboratorio. Oggi questa location storica è uno dei laboratori ufficiali dove, ogni anno, artigiani specializzati costruiscono ancora centinaia di bauli e cuciono migliaia di borse.

Il Baule

Il core business di questo marchio è sempre stato il baule. Oggi i bauli nuovi o vintage raramente servono per viaggiare, ma vengono esposti come veri e propri oggetti d’arte. La struttura del baule è realizzata con un legno africano molto leggero, l’okumé. La rifinitura dei bordi, chiamata lozine, è realizzata con più strati di tessuto e carta pressati, poi immersi in una soluzione di zinco, tecnica messa a punto da Louis Vuitton nel 1854. La cintura di legno di pioppo è inchiodata attorno al baule a mano. In questa fase gli operatori del reparto “martellatura” devono indossare i tappi per le orecchie, tanto forte è il rumore che si genera in questo delicato passaggio produttivo. Il cotone grigio perla funge da rivestimento interno ed è chiamato Vuittonite. Per tenere fermi gli oggetti, all’interno del baule, vengono applicate delle cinghie in tela di cotone color caki e, su di esse, viene ricamata la scritta “Louis Vuitton”.

Al Grand Palais di Parigi ho avuto l’occasione di visitare l’esposizione “VOLEX VOGUEZ VOYAGEZ” di Louis Vuitton, è stato incredibile: bauli accessoriati con le più impensabili chicche glamour, oggetti per viaggi e spedizioni, abiti e storia, tanta meravigliosa storia. La guida di Parigi – di Vuitton – è stato il piccolo regalo che mi sono fatta alla fine di quella visita che mi ha lasciata senza parole, anche perché non nascondo che questo è in assoluto il mio brand preferito.

Per i più Louis Vuitton rappresenta il lusso autentico, chi possiede questi oggetti sicuramente ne apprezza l’alta qualità artigianale. Un tempo Louis Vuitton riforniva re, regine, donne dell’alta società e titani del business. Oggi milioni di persone possiedono prodotti firmati Vuitton, il marchio è entrato nel vasto emisfero del “lusso democratico”: è straordinariamente diffuso, gli oggetti sono molto costosi e non necessari, ma rappresentano un po’ uno status symbol. Un marchio per niente discreto creato (anche) per essere un po’ ostentato. Per quanto mi riguarda gli oggetti di Vuitton sono un evergreen e, perchè no, anche un discreto investimento che spero un giorno di poter passare a figli e nipoti. Insomma, sono caduta a piedi pari nella trappola ipnotica di questo marchio e nella favola che viene raccontata all’interno di ogni boutique. Io, se posso, le visito sempre, giusto per coccolare la vista. Come entro sento suonare nel mio cervello un vecchio giradischi con un disco di swing gracchiante…e mi catapulto in una dimensione parallela…che adoro. Direi che questa strategia di marketing su di me funziona…alla faccia di chi snobba un po’ il marketing 🙂