Correva l’anno 1958 e i miei nonni – Tilde e Mario – avevano mio papà piccolino. La mia era (ed è) una famiglia di lavoratori instancabili ed è diventata una famiglia di campeggiatori esperti. Il nonno faceva il fabbro e la nonna faceva la sarta. Il lavoro è sempre stato importante, ma i miei nonni hanno saputo fare le giuste rinunce per non farsi mai mancare le vacanze.

Le vacanze…quel riposo meritato, un piccolo lusso che in pochi potevano permettersi, frutto dell’ingegno di allora e del saper apprezzare le piccole cose, in questo caso. Mio nonno ha sempre avuto una dose di sana follia, mani capaci e una mente lungimirante.

Le vacanze si vedevano fotografate sulle riviste, ma quell’anno Tilde e Mario avevano la necessità di far respirare aria di mare al figlioletto, su consiglio medico. Fu così che, a bordo di una Topolino C grigio chiaro, partirono all’avventura verso la Versilia. Il primo anno non conoscevano la strada, così al Cerreto dovettero chiedere indicazioni stradali, le stesse che li portarono un po’ fuori strada, ma in una location perfetta per il primo pic-nic. Mario aveva realizzato tre sgabellini di legno e tela verde, oltre a un tavolo – tutti pieghevoli – e avevano con sé il necessario per un primo pranzo al sacco.

Una volta arrivati verso il mare si fermarono a Marina di Carrara: piazzarono la Toplino “camper” sotto alla famosa pineta e fecero un accordo con il bagno Florida, il migliore all’epoca, che ancora esiste (ed è ancora meta di qualche scampagnata di famiglia). Era gestito da una signora e dal figlio. Presso il bagno potevano passare la giornata al mare con ombrellone e sdraio, per poi usufruire, la sera, della doccia calda.

Tilde e Mario erano attrezzatissimi. Sul tettuccio dell’auto avevano piazzato uno scatolone con la scritta “ALTO FRAGILE” che conteneva tutto il necessario per la cucina, come vettovaglie e fornelletto a gas. I sedili dell’auto erano stati modificati per essere smontati e, al loro posto, venivano adagiati due materassi cuciti da hoc. Il contadino più prossimo alla pineta, il sig. Michele, forniva loro acqua e toilette per la notte.

Nella vicina bottega alimentare Tilde faceva la spesa e si destreggiava, con il suo fornelletto a gas, nella preparazione di deliziosi manicaretti anche marittimi come le cozze! All’ora di pranzo rientravano dalla spiaggia per mangiare e fare un pisolino all’ombra della pineta (mio nonno si è sempre concesso un riposino pomeridiano, anche durante le settimane di lavoro!). La sera, dopo la cena davanti alla loro Topolino “camper”, facevano una passeggiata verso il porto per concedersi un bel gelato. Questa immagine a me fa pensare e ripensare a quanto i momenti spensierati e intimi in famiglia, anche se si ha davvero poco, siano importanti e preziosi, a tal punto da dover fare di tutto perché non smettano di esserci.

In tutto questo mio nonno aveva acquistato anche una radio da mettere sulla Topolino, ma era un discorso un po’ ostico. Non era bello farsi vedere con la radio dai conoscenti, perchè Mario aveva un po’ la fama di “americano”…Era stata acquistata da un parrucchiere di Reggio che vendeva di tutto (oltre a fare i capelli): si presentava con le braccia piene di orologi e aveva con sé ogni cosa: dalle bici ai preziosi, un “personaggio” questo tale Sig. “Caracia”! Il nonno nascondeva la radio e la accendeva solo una volta sicuro di essere lontano da orecchie indiscrete, dopo qualche curva!

Andare al mare significava dover avere il costume da bagno e mia nonna il suo se lo era cucito lei, ma lo aveva dovuto realizzare con un modello intero, perchè all’epoca, al bagno Flora, il due pezzi era vietato. Per le comunicazioni importanti i miei nonni si erano accordati con l’edicolante di paese. Ricevevano la posta lì da lui, al suo indirizzo. Sembra di parlare di un’epoca lontana, invece sono trascorsi solo sessantuno anni.

Nonna Tilde al mare con il mio papà

Nonna Tilde

Tilde e Mario avevano capito che il campeggio faceva per loro e avevano così iniziato, anno dopo anno, a implementare l’attrezzatura da campeggio: prima con una tenda (non troppo grossa, perchè non volevano che si aggregassero ospiti indesiderati…le vacanze per i coniugi Rossi sono sempre state un momento sacro e intimo per la famiglia) e un cassone rigido per le vettovaglie, fino ad arrivare a un fatidico giorno che ha segnato per sempre la vocazione al camping di tutta la famiglia. Quel giorno avevano accompagnato una famiglia di amici a comprare una roulotte. Ne avevano vista solo qualcuna in giro da turisti tedeschi. Mario, in un qualche modo – con la promessa di un “pagherò” e sulla fiducia che a tutti i costi il venditore aveva voluto accordargli – è tornato a casa anche lui con la sua prima roulotte: una Sprite. Diedero vita a una serie infinita di vacanze in campeggio sia estivo che invernale (a Febbio), nel piccolo  e modesto lusso della loro casa viaggiante.

La prima tenda

Camping con tenda

La prima roulotte Sprite

“Abbiamo piantato picchetti ovunque, sia soli che con amici amanti del campeggio. Erano momenti semplici, genuini e pieni di gioia”. Queste sono le parole di Rossi Mario che mi ha raccontato la storia con gli occhi lucidi e pieni di bellissimi ricordi. Una favola che ha contraddistinto una brava famiglia onesta che ha saputo – e sa – apprezzare le meravigliose piccole cose. Grazie nonni.

Nonna Tilde, il mio papà e la mitica Topolino “camper”