Per chi crede ancora alle belle favole

Barbuto, in sovrappeso, veste di rosso e abita al Polo Nord.

All’inizio era San Nicola che, intorno al 280 d.C., divenne vescovo di Mira, cittadina dell’attuale Turchia. Si distingueva per essere un difensore della fede cristiana, ma l’iconografia non rimanda al barbuto in sovrappeso.

Catherine Wilkinson, un’antropologa, ha cercato di ricostruire il suo aspetto. Tramite moderne tecniche di antropologia forense e un software per la ricostruzione del viso, la Wilkinson ha portato alla luce i risultati della sua ricerca: un signore anziano, pelle olivastra, barba e capelli grigi.

A San Nicola vennero attribuiti molti miracoli e questo lo ha reso molto popolare. Tanto popolare da diventare il patrono di città e intere nazioni, grazie anche ad alcune leggende che lo videro come protagonista. San Nicola aveva anche il compito di sorvegliare sui bambini, perché dicessero le preghiere.

La riforma protestante, a partire dal Cinquecento, abolì il culto dei Santi in gran parte del Nord Europa. Fu così che nacquero dei folletti un po’ cattivelli incaricati di verificare la condotta dei bambini, al posto di San Nicola.

In America le cose andarono diversamente ma, ad un certo punto della storia, si standardizza la figura del vecchietto che porta doni ai bambini buoni. Questo vecchietto tornò anche in Europa.

Siamo nel periodo della Seconda Guerra Mondiale e Coca Cola calca la scena con il Babbo Natale che conosciamo oggi, renne comprese. Il simpatico grassone venne anche identificato come simbolo della generosità degli USA nella ricostruzione in Europa e continua a portare doni ai bambini di tutto il mondo, anche oggi.

Io ci credo ancora

Avevo setto o otto anni e avevo cominciato a sospettare dell’esistenza di Babbo Natale. A qualche compagno di classe era stato spiegato che non esiste, a scuola era un argomento che scatenava non poche polemiche. Io avevo chiesto chiarimenti alla mia mamma. Lei mi ha dato la risposta più bella che potesse:” E’ una bellissima storia, una favola. Sta a te decidere se crederci oppure no”. Era quasi Natale, era sera. Ho guardato fuori dalla finestra, era buio e c’erano le stelle. Li ho deciso di continuare a crederci e a credere, in generale, alle belle storie. Grazie mamma.

Buon Natale a tutti!

Federica